Superato l’ingresso principale e percorso il corridoio della graziosa limonaia dalle cui vetrate si osserva il lussureggiante giardino ricco di suggestivi profumi e colori, si giunge ad un ampio ed invitante ambiente: la Biblioteca. Qui, subito, lo sguardo viene catturato dalle grandi tavole ad affresco che interamente occupano il perimetro di tutto il locale. Tali opere rappresentano l’umanità intera, sapientemente descritta dall’esperta mano del pittore Silvio Bicchi. Il Bicchi fu allievo di Giovanni Fattori, al quale fu legato da affettuosa amicizia;nacque a Livorno nel 1874 e morì a Firenze nel 1948. Conosciuto soprattutto per i quadri di genere storico e per la raffigurazione di scene di vita popolare moderna, le sue note artistiche lo citano anche come illustratore, per Alinari, della Divina Commedia. Come il suo maestro, anche Bicchi operòcon una particolare attenzione al realismo e fece sua la frase: “l’arte attuale sta nelle manifestazioni della natura e nell’illustrazione sociale del nostro secolo, sia per costumi, abitudini, sofferenze.”Infatti, le grandi scene sulle pareti della Biblioteca, ben raffigurano aspetti della vita moderna dei primi del ‘900, la guerra, la pace, il lavoro, la vittoria e l’umanità al bivio e rappresentano l’essenza dell’artista.